di Giuseppe Ippolito
L'escursione
che proponiamo è un anello che consente di apprezzare le principali emergenze
naturalistiche delle Serre di Ciminna. E' un itinerario pedonale, suggestivo e
vario, che da Contrada Santa Caterina raggiunge le serre in corrispondenza
della sella di quota m 721 per proseguire in cresta passando dalla punta più
alta (m 777), dall'ingresso della Grotta del Teschio e dall'Inghiottitoio di
Ciminna. Per rientrare si passa dalle doline della Stretta di Carcaci e si
segue un sentiero del versante nord est, sopra un querceto relitto, che riporta
al punto di partenza.
Il
primo tratto del percorso riprende un'antica mulattiera che consente il valico
delle serre in corrispondenza di contrada Cerami. Alla destra di questa sono
subito visibili due ampie doline la più grande delle quali, in parte coltivata,
ospita in inverno anche una raccolta temporanea d'acqua. Una volta valicato il
versante, dal rilievo di m 680 che domina sulla località Cerami si ha la più
bella vista delle Serre; si possono, infatti, da qui, ammirare le imponenti
pareti di gesso selenitico costituite da grossi cristalli geminati a forma di
ferro di lancia. Questo è anche il punto migliore per distinguere chiaramente
le due successioni sedimentarie gessose sovrapposte e separate da una cengia in
corrispondenza di uno strato argilloso: i gessi del primo e del secondo ciclo.
Si
tratta di due episodi evaporitici separati che si riscontrano anche in altre
parti del Mediterraneo e che hanno portato i geologi ad indagare sugli eventi
che circa sei milioni di anni fa hanno portato alla formazione di bacini
evaporanti e al deposito delle ingenti quantità di gesso e sale che oggi
riscontriamo. Affascinanti sono le teorie elaborate e le prove raccolte per
spiegare i gessi siciliani. La più famosa parla di una temporanea chiusura
dello stretto di Gibilterra che impedendo l'ingresso di acque atlantiche ha
consentito l'aumento della concentrazione di sali e la loro precipitazione
ciclica in alcuni bacini marginali.
Uno
di questi bacini è stato proprio quello di Ciminna e lo strato di argilla che
separa le due successioni testimonia un intervallo di tempo, tra due cicli di
evaporazione, in cui si sono ripristinate le condizioni di mare a salinità normale.
Se
ci si sofferma ad osservare da vicino i cristalli di gesso si nota che non sono
tutti uguali, per la maggior parte si presentano ordinati in strati
centimetrici dove i singoli cristalli, di dimensioni simili, sono disposti uno
accanto all'altro, con la parte acuta verso il basso e la parte biforcuta verso
l'alto. Sono gessi primari che si sono formati al fondo di bacini evaporanti
per precipitazione di gesso da soluzioni e gli straterelli sottili di argilla
tra strati gessosi testimoniano invece i periodici apporti idrici meno
concentrati. Altri cristalli invece si presentano molto grandi e limpidi spesso
disposti caoticamente. Si formano in genere molto tempo dopo per dissoluzione
di rocce gessose già formate e rideposizione all'interno di fratture, cavità e
interstrati.
Sulle
pareti di gesso si riconoscono anche da lontano i grandi arbusti emisferici di Euphorbia
dendroides che già in gennaio cominciano ad ingiallirsi per la fioritura.
Sulle rocce nude gessose della cresta, procedendo verso la vetta, si nota
un'altra piccola pianta molto interessante dalle foglie succulente e rametti
contorti, si tratta del Sedum gypsicola (Borraccina dei Gessi).
Nonostante il nome pare che questa pianta possa anche fare a meno del gesso per
crescere, ma l'aiuta in Sicilia a vincere la competizione con altre specie dalle stesse esigenze
ecologiche.
La
pianta che domina l'altopiano gessoso è invece l'Ampelodesmos mauritanicus graminacea
perenne cespugliosa nota ai siciliani come "disa" e sparsi esemplari
di Teucrium fruticans o Camedrio. I fondi piatti delle doline sono
invece coltivati e in questo periodo invernale cominciano a crescere le
plantule delle fave, solitamente alternate con le graminacee per consentire il
rinnovo dell'azoto nel terreno.
Percorrendo
la cresta delle Serre di Ciminna, si ha anche la sensazione di trovarsi su
un'onda solida di un mare pietrificato, ed in effetti, proprio da osservazioni
di questo tipo i geologi hanno iniziato ad ipotizzare qualcosa sui movimenti
crostali che originano i rilievi. Tutto intorno sono le ondulazioni dei campi
arati e inverditi dalle piogge invernali
interrotte a nord e ad ovest dai rilievi carbonatici dei Monti di
Calamigna e della Rocca Busambra, e ad est dalla valle del fiume Torto che
separa i gessi di Ciminna da quelli omologhi di Monte Misciotto (m 740).
Superata
la vetta si oltrepassa lo Stretto di Carcaci, altro valico storico tra i due
versanti delle Serre, e proseguendo in cresta sull'orlo delle pareti di gesso
si incontra la Grotta del Teschio. L'ingresso è un pozzo verticale di circa 10
m di profondità che porta ad un terrazzino e successivamente ad un piccolo
scivolo; questo introduce, attraverso una fessura con un salto di tre metri, in
una stanza con una finestra sulla parete esterna. La grotta si è originata per
fenomeni legati alla gravità. La parte più esterna della parete di gesso ha
infatti incominciato a cedere al peso allargando le linee di fratturazione
tettonica. La grotta prende il nome da un teschio umano incastrato nella
fessura sopra l'ultima stanza.
Per
esplorare questa grotta occorrono però corde e imbracature che sono necessarie
anche se si vuole esplorare l'Inghiottitoio di Ciminna, la forma carsica più
importante dell'area, che incontriamo a magine di una dolina proseguendo il
nostro itinerario dopo aver abbandonato la cresta. L'accesso è costituito da un
pozzo di 12 m e la cavità poi continua per circa 180 metri, dapprima con
un'ampia galleria, poi con un tortuoso labirinto.
Per
chiudere l'anello si prosegue a monte di un poco esteso querceto relitto, con
alberi anche notevoli, ma distanti tra loro. Interessante è il sottobosco
aperto di Cistus salvfolius, Ruta chalepensis, Ampelodesmos m. e Cymbopogon
hirtus. All'ombra delle quercie si nota qualche grossa tana di istrice Histrix
cristata, l'animale più rappresentativo delle Serre, grosso roditore di
origine africana, pare introdotto in Italia in tempi storici. E diffuso in
tutta l'Italia meridionale e si nutre di radici e bulbi.
Il
territorio di Ciminna offre anche di testimonianze storiche e archeologiche ed
è di questi mesi l'annuncio dell'Archeologo Prof. Curti della scoperta, in
Località "Pizzo Ciminna", di un Santuario del IV secolo a.c. dedicato
a Demetra in un sito che pare sia stato abitato dall'età del bronzo fino alla
conquista romana. Altri due siti di epoca romana e uno di epoca araba sono
stati segnalati ultimamente dall'archeologo Andrea Masi.
Ma
anche la semplice lettura della carta topografica ci riporta a testimonianze
storiche ad esempio la Contrada Cassone è toponimo di chiara origine araba
oppure la località cerami da "ceramiti" cioè cocci di terracotta.
Elementi importante per ricostruire i percorsi storici e tradizionali sono anche le cappellette e i santuari sparsi nel territorio. La piccola chiesetta della Madonna di Loreto, ad esempio, accesso escursionistico da nord per le Serre, insiste sul valico di una importante Trazzera Regia che collega Ciminna con Villafrati, questa importante via è stata scelta come tracciato per il Sentiero Italia, via escursionistica a carattere nazionale che in questo tratto percorre per intero le Serre di Capezzana e le Serre d Ciminna. La cappelletta di Cozzo Ferrato invece è costruita su uno spuntone di gesso su una delle vie di collegamento dal paese alle Serre.
Per approfondimenti storico culturali: Vito Graziano - "CIMINNA memorie e documenti" - riedizione del 1987 a cura di F. Brancato della "Storia di Ciminna" del 1911 - Editore il Comune di Ciminna
Nell'ambito
della valorizzazione ecoturistica di questi luoghi in primavera 2004 per le
scuole e per i gruppi che ne faranno richiesta sarà possibile partecipare ad
alcune escursioni ed attività di educazione ambientale guidate da Artemisia in
convenzione con la Provincia Regionale di Palermo Ente Gestore della R.N.O.
Serre di Ciminna.
Scheda tecnica
Il punto di partenza per l'itinerario descritto è raggiungibile da Ciminna. Dal paese proseguire sulla Carrozzabile per Portella S. Caterina. Da qui svoltare a destra e percorrere la strada asfaltata per circa 1,5 km. Lasciare l'auto all'incrocio con la mulattiera proveniente da Contrada Cassone.
Aspetti geologici e geomorfologici ]]]]]]]]]]]] Monti Sicani