artemisia monte dei cervi

Monte dei Cervi (m1794)

Antiche storie di montagna e di bosco delle Madonie
testo di Giuseppe Ippolito

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Sulle Madonie esistono due altopiani omonimi, ampi, erbosi e anche simili tra loro. Si chiamano entrambi Piano della Battaglia, uno è tra il Monte Mufara ed il Carbonara l'altro ad est della cima di Monte Cervi. Alla fine degli anni cinquanta Amleto Bologna scrive, sul periodico "Montagne di Sicilia", un lunghissimo articolo per chiarire che l'origine di questo toponimo non ha nulla a che fare con improbabili battaglie tra saraceni e normanni avvenute quassù, ma ha un'origine legata per fortuna più al vino che al sangue della riconquista cristiana. Le battaglie, ricostruisce il Bologna con ampia citazione di fonti e prove, sono state supposte o inventate nel medioevo e poi sostenute per omaggiare la famiglia Ventimiglia, feudataria delle Madonie, di un ruolo eroico nella conquista normanna della Sicilia. Il nome "battaglia" ha invece una storia più antica, derivata dalla trasformazione del vocabolo di origine greca cottabo, divenuto poi cattaba, che indicava diversi giochi a base di vino in uso anche presso i pastori ed i boscaioli della Sicilia greca. Con lo stesso nome, pastori e boscaioli delle Madonie, continuarono a chiamare una gara annuale di velocità nel taglio di legna da offrire alla chiesa del paese. La gara si svolgeva proprio ai margini di queste ampie radure erbose circondate da faggete e terminavano, come da tradizione classica, con abbondanti bevute di vino e ritorno in paese, ubriachi, ma con ricco bottino di legna. Facilmente il vocabolo si è trasformato nel tempo da piano della cattaba a piano della vattagghia e la leggenda della battaglia normanna ha cominciato a girare dal 1300, nel feudo dei Ventimiglia, incoraggiata proprio dal toponimo preesistente. Per distinguere i due piani tra loro oggi si tende a chiamare piano dei cervi quello alla base dell'omonimo monte, con una quota di circa 1500 metri e circondato dalle rupi calcaree di Cozzo Piombino (m1620), Pizzo Colla (m1676) e Cozzo Cerasa (m1692). Il piano dei Cervi, al centro della radura, ha un caratteristico laghetto temporaneo di forma circolare con un diametro massimo di circa dieci metri ed è in invaso dallo scioglimento della neve fino all'inizio dell'estate. Tutto intorno alla piana, ma soprattutto verso est e verso nord, si sviluppano circa 480 ettari di bosco di faggio (Fagus sylvatica), con esemplari più grandi in corrispondenza delle valli dal suolo profondo ed esemplari bassi e cespugliosi nelle zone sommitali, con poco suolo e roccia affiorante, dove il bosco è anche interrotto da radure sassose. Sotto la quota di circa 1400 metri la faggeta cede, in genere, il posto ad una fascia priva di vegetazione arborea, occupata da fruticeti e praterie che poco più in basso cedono localmente il posto a boschi a prevalenza di leccio (Quercus ilex). Fino a pochi anni fa era facile avvistare in volo i grifoni (Gyps fulvus), recentemente reintrodotti con esemplari provenienti dalla Spagna e liberati dopo due anni di soggiorno in voliere poste a Piano Zucchi. E' però successo che la colonia delle Madonie, nel corso delle sue ampie perlustrazioni circolari del territorio alla ricerca di carcasse, ha scoperto l'esistenza, ad Alcara Li Fusi, sui Nebrodi, dell'altra colonia siciliana di grifoni spagnoli. Considerata la più favorevole condizione climatica, i grifoni delle Madonie hanno deciso di stabilirsi lì. Per i geomorfologi, i due piani della battaglia sono entrambi polje carsici. Polje è una parola di origine slava che indica un'estesa area circa pianeggiante, costituita al fondo da materiale impermeabile all'acqua, come argille o alluvioni, e circondata da rilievi permeabili calcarei. In un polje l'acqua defluisce da punti assorbenti posti lungo il perimetro del piano al contatto tra l'area impermeabile e quella permeabile. La roccia impermeabile del polje del Monte Cervi è costituita da un sottile strato di argille ed arenarie dell'Oligocene noto ai geologi come flysch numidico. Le rocce permeabili sono invece i carbonati che costituiscono l'intero rilievo del Monte Cervi e che si sono formati, nel corso del mesozoico, per accumulo di sedimenti in un antico bacino marino denominato Bacino Imerese. Nello stesso lasso di tempo si sono formate le rocce che oggi costituiscono l'adiacente massiccio del Carbonara, ma queste ultime, nella geografia mesozoica, non erano un bacino, ma una piattaforma carbonatica. Oggi le due successioni sedimentarie si trovano entrambe dislocate dalla loro posizione originaria e sono marginalmente sovrascorse l'una sull'altra. Il punto di sovrapposizione tra le due successioni è facilmente riconoscibile a Portella Colla che è anche il punto di partenza più comodo per un'escursione al Piano della Battaglia ed al Monte dei Cervi. Nel versante meridionale di Monte Cervi ci sono altre spettacolari strutture geomorfologiche tra cui valli carsiche simili a canyon con pareti verticali, fondo asciutto, sassoso e irregolare. Una di queste è nota con il nome di la padella per via della particolarissima forma che si nota se osservata da sud. Presenta nella parte alta, una spanciatura ampia e subcircolare che è il risultato del crollo della roccia all'interno di cavità carsiche coalescenti (canyon di crollo), mentre in basso continua con una stretta gola che costituisce il "manico" della padella. (Testo di Giuseppe Ippolito)

Scheda tecnica:
Come arrivare a Portella Colla: SP119 da Polizzi fino il bivio per Piano Battaglia (del Carbonara) oppure da Collesano SP 9 fino al bivio Munciarrati ed SP54 da Munciarrati al bivio per Piano Battaglia. Il bivio è sulla Portella Colla.
Ascesa al Monte dei Cervi: Portella Colla (m1421), Piano Battaglia (di Monte dei Cervi) (m1550), Monte dei Cervi (m1794). Difficoltà: E (escusionistica); tempo di cammino: 4h circa; lunghezza: 6 km solo andata; tipologia percorso: sterrata, sentiero e terreno naturale. E' possibile anche limitarsi ad una escursione di difficoltà T (turistica), per il Piano dei Cervi da Portella Colla con circa 3h di cammino andata e ritorno.
Informazioni: artemisianet@tin.it; 3403380245
 

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