Escursioni sui Nebrodi (4)

Artemisia

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Escursione alle Rocche del Crasto (PARCO REGIONALE DEI NEBRODI)

Le Rocche del Crasto sono un rilievo carbonatico (eccezionale sui Nebrodi prevalentemente costituiti in superficie da arenarie), alla cui sommità sono riconoscibili quattro diverse punte (rocche) di circa pari quota. Il versante di Longi presenta relitti di bosco di querce: cerri e roverelle l.s., pochi castagni e coltivazioni arboree ed arbustive tra cui interessanti i noccioleti, il versante di Alcara li Fusi presenta imponenti pareti verticali,  macchia di Euphorbia dendroides, qualche roverella ed acero secolare lungo le antiche trazzere. La cima più alta è m 1315.
Luogo di straordinaria bellezza è La Valle Calanna, con uno specchio di faglia a strapiombo di circa 200 metri dove nidifica l'aquila reale.
Da qualche anno è stato anche reintrodotto, nei pressi di Alcara, l'avvoltoio grifone con esemplari provenienti dalla Spagna.
Il 24 Luglio di ogni anno ad Alcara Li Fusi si svolge la Festa del Muzzuni, dalle origini antichissime collegate probabilmente ai riti della fecondità della Grecia classica.
Longi offre invece, negli ultimi giorni di dicembre la Sagra del suino nero.

Difficoltà del percorso: Sentiero comodo, occorre però un minimo di allenamento per i dislivelli. Qualche attenzione occorre nel percorrere in discesa la Valle Calanna, soprattutto nella parte sommitale in erosione accelerata. 

Periodi consigliati: primavera e autunno.

Punti di partenza e accesso automobilistico: Longi, Alcara Li Fusi, Portella Gazzana

Note descrittive: Da Longi si sale a piedi per la frazione di Filippelli; raggiungibile anche per un sentiero in quota che parte dal gomito della prima grande curva della strada asfaltata che porta a Portella Gazzana. Da Filippelli, per stradella e sentiero selciato, si sale ai piani sommitali dove si incontrano ampie sterrate aperte di recente che hanno compromesso la stabilità di tutto il versante orientale. Si prosegue su cresta tra le ginestre e poi a nord-est della Rocca più alta tra pascoli, spietrature di campi e versanti rocciosi. Dopo la sosta su una delle cime a scelta si può scendere dal versante di Alcara li Fusi. Si prosegue dapprima verso Portella Gazzana costeggiando una cerreta, si scende poi verso il Torrente Rormarino tra macchie di Spartium junceum e felce aquilina, sorgenti di affioramento con orchidee di palude (in primavera) e mucche al pascolo. Dopo il guado del Vallone si risale il versante opposto per circa 100 m verso Rocca Calanna per scendere poi ad Alcara li Fusi attraverso la spettacolare Valle Calanna e proseguendo in discesa con una antica mulattiera che giunge alle porte del paese attraversando le campagne ai piedi delle pareti calcaree. Da qui è facile avvistare l'aquila reale che nidifica sulla parete a strapiombo .

Da Alcara li Fusi si può salire a Rocca Calanna ripercorrendo a ritroso la seconda parte dell'itinerario prima descritto. Numerosi i passi di recinzioni con chiudende che è importante ricordare di richiudere dopo il passaggio.

La Grotta Lauro si apre sul versante di Alcara delle Rocche del Crasto, è una grotta di facile accesso, ma si consiglia di farsi accompagnare dagli alcaresi.

Il percorso è privo di segnaletica, si consiglia la cartografia 1:25.000 dell'IGM

Il parco distribuisce un pieghevole dal titolo: "Rocche del Crasto- itinerario escursionistico" i percorsi descritti si sviluppano quasi interamente su una carrozzabile sterrata larga circa sei metri; poco piacevole per l'escursionismo pedonale e più adatta ad auto e moto fuoristrada. Questa strada in entrambi i versanti sia di Longi sia Di Alcara, ha anche compromesso la stabilità del regolite con innesco di imponenti fenomeni franosi.

Suggestioni:

Rocche del Crasto, i carbonati magici dei Nebrodi

Eco, strapiombi e aquile reali

 Testo di Giuseppe Ippolito -

La rocca che parla è, delle diverse punte costituenti le Rocche del Crasto, quella che incombe sul paese di Longi. Un anziano pastore ci racconta che la rocca, un tempo, anziché limitarsi a produrre una semplice eco, rispondeva con parole sue alle voci dei viandanti. Questo fenomeno non avviene più da quando sono passati i tedeschi in fuga alla fine della seconda guerra mondiale, episodio che pare abbia convinto la rocca a mantenere fino ad oggi un risentito mutismo. Permaloso come la sua rocca, il pastore aggiunge che lui non protegge più il suo mulo dalle mosche cavalline, che lo tormentano, per fargli espiare la colpa di avergli involontariamente provocato la lussazione di un dito tendendo la corda che lo legava. Altri racconti s’intrecciano, storie con tempo e spazio poco definiti, tesori, spiriti ed ombre, città saracene tra le rocche e i miracoli di San Leone, vescovo santo, che riesce a trattenere le frane dei monti. Le Rocche del Crasto si prestano bene a far da sfondo a miracoli e leggende essendo un rilievo molto accidentato con pareti calcaree che formano strapiombi in corrispondenza di grandiose faglie trasformi, riconoscibili per via delle strie parallele alla direzione di movimento delle due parti. Ad aumentare la complessità dei luoghi sono le numerose piccole grotte e gli antri tra cui la grotta Lauro che si apre sul versante di Alcara. Da queste parti ogni suono ha un’eco e dalle valli del Rosmarino e del Milè, mille metri più in basso, giunge chiaro il rumore dello scorrere dei torrenti e ogni verso di cornacchia o di rapace è amplificato dall’eco delle pareti di roccia. Un boschetto di aceri ricopre il versante ovest della cima, qui incontriamo la ghiandaia, di cui si rinvengono spesso le penne delle ali colorate di blu e di nero e il codirosso spazzacamino, piccolo uccello stanziale delle zone montane dell’Europa meridionale. Il versante di Longi delle Rocche è un mosaico di lembi di bosco con cerri e roverelle, castagni e coltivazioni arboree ed arbustive tra cui noccioleti disposti su terrazzamenti. Il versante di Alcara li Fusi ha imponenti pareti verticali, macchia di Euphorbia dendroides, macchia di Spartium junceum (ginestra) e felce aquilina, poche roverelle ed aceri secolari allineati lungo le antiche mulattiere. Sulle creste s’incontrano ancora ginestre, pascoli con orchidee, spietrature di campi, boschi di cerro, procedendo verso Portella Gazzana, e aceri. Sulle pareti calcaree sono numerosi i lecci che crescono nani nel poco suolo disponibile tre le fessure delle rocce. Le Rocche sono ricche di sorgenti in entrambi i versanti, in quelle poche che non sono ancora state trasformate in abbeveratoio è possibile osservare, in primavera inoltrata, le orchidee di palude. Entrambi i versanti terminano su torrenti che procedendo verso il mare assumono l’aspetto di fiumara: enorme letto fluviale disseminato di massi piccoli e grandi in cui appare, quasi disperso, un piccolo torrente che solo in occasione di forti precipitazioni s’ingrossa, riesce a trasportare i massi del suo letto e a ridisegnarsi ogni volta un nuovo percorso; cambiando continuamente e repentinamente letto ed erodendo a destra e a sinistra la fiumara si mantiene ampia. Dalla rocca più alta (m 1315) si osserva a sud la catena dei Nebrodi, con allineate le cime di Monte Soro (m 1847) e Serra del Re (m 1754) coperte di faggete, e a nord, nel blu, le Isole Eolie. Luogo di straordinaria bellezza è la valle Calanna, profonda valle del versante orientale con una parete costituita da uno specchio di faglia a strapiombo di circa 200 metri dove nidifica la più famosa e studiata coppia di aquile reali. Una telecamera collocata sul nido, collegata con un monitor alla sede del Parco dei Nebrodi di Alcara li Fusi, ha fornito dati utili sulla vita di questo rapace. Da qualche anno è stato reintrodotto l'avvoltoio grifone, con esemplari provenienti dalla Spagna. La colonia autoctona si è estinta negli anni sessanta vittima di una distribuzione di bocconi avvelenati destinati a sterminare le volpi. E’ facile oggi osservarlo in volo, con un’apertura alare di oltre due metri, o posato fra le rocce, tra i paesi di Alcara e Militello Rosmarino. Sulle Rocche incontriamo un’ape solitaria nera, la Xylocopa violacea, che vive in Europa centrale e meridionale e alleva le sue larve all’interno di fori profondi due o tre centimetri, scavati nel legno secco. La neve si mantiene a lungo, nonostante il modesto rilievo, per l’influenza delle vicine alte quote dei Nebrodi. Verso la fine di Marzo cominciano a fiorire gli anemoni (Anemone hortensis), i bucaneve (Galanthus nivalis), la gialla composita Tussilago farfara che fa precedere un fiore allo sviluppo delle foglie tomentose. Per avere un’introduzione ai contenuti naturalistici di quest’area dei Nebrodi può essere utile un salto alla mostra naturalistica permanente“la Petagna” di Longi, creata e curata dall'anziano farmacista del paese.

Scheda tecnica:

Punti di partenza: Longi, Alcara Li Fusi e Portella Gazzana. Da Longi si sale a piedi per la frazione di Filippelli; raggiungibile anche per un sentiero in quota che parte dal gomito della prima grande curva della strada asfaltata che porta a Portella Gazzana. Da Filippelli, per stradella e sentiero selciato, si sale ai piani sommitali. Da Alcara li Fusi si può salire a Rocca Calanna ripercorrendo un’antica mulattiera che dalle porte del paese attraversa le campagne ai piedi delle pareti calcaree. Da Portella Gazzana per una noiosa ma panoramica ampia carrozzabile. Numerosi i passi di recinzione con chiudende. Difficoltà del percorso: Sentieri generalmente comodi e strade sterrate, solo in basso può essere difficoltoso occorrono un minimo di allenamento per i dislivelli (6-700 metri) e qualche attenzione nel percorrere in discesa la valle Calanna soprattutto nella parte sommitale in erosione accelerata. Periodi consigliatii: primavera e autunno.

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